I filati naturali sono materiali organici molto sensibili alle condizioni di conservazione, e che possono degradarsi attraverso molteplici meccanismi (biodeterioramento, processi fotoossidativi, termo-ossidativi).
L’aria è considerato il veicolo di trasporto degli inquinanti gassosi e particellari che maggiormente possono creare danno ai manufatti annodati e che possono creare situazioni d’innesco di degrado con cinetiche veloci. I tappeti vista la loro irregolarità superficiale e la loro natura igroscopica possono diventare dei grandi ‘bacini’ di raccolta del particolato sospeso e di altri inquinanti. Tra gli inquinanti presenti in atmosfera i piu’ pericolosi per i tappeti e le sue fibre strutturali sono: gli ossidi di zolfo e di azoto, che creano variazioni di pH sulle superfici dei manufatto, ossidandolo. Importante effettuare una volta ogni anno un lavaggio che rimuova il particolato ripristinando il ph dei filati.
Il biodeterioramento delle fibre può essere causato da organismi o microrganismi che nella maggior parte dei casi vedono il substrato come fonte di nutrimento. Generalmente la sensibilità delle fibre cellulosiche è maggiore nei confronti dei microrganismi mentre le fibre proteiche sono più facilmente attaccate da insetti. Quindi le tarme colonizzano le fibre ed il loro conseguente danneggiamento si realizza creando perdita di vello con aree estese diradate ,inoltre solo se ad elevate concentrazioni di inquinanti biologici si affiancano condizioni microclimatiche favorevoli al loro sviluppo UR > 65% e T> 20°C.
L’umidità e la temperatura hanno effetti sia sulle fibre che sulle tinture naturali. Una variazione forzata dell’umidità relativa può provocare sensibili sbiadimenti sui tappeti, mentre valori elevati influenzano anche la formazioni di muffe. La temperatura invece, come pure gli sbalzi di temperatura, possono innescare sbiadimenti di particolari tinture e, in sinergia con altri la luce e ossigeno, innescare un degrado di natura chimica (processi di termo-ossidazione). L’umidità relativa di un ambiente salubre per la corretta conservazione di un tappeto deve essere tra il 40-60% Ur.
I filati che costituiscono l’annodatura sono naturali e tinti con colori vegetali e quindi maggiormente sensibili alla luce. L’eccesiva esposizione può causare perdita di caratteristiche meccaniche ed estetiche (come lo sbiadimento dei tessuti tinti). C’è da considerare inoltre che la luce può essere assorbita dalla tintura e la sua energia trasmessa alle fibre innescando ulteriori processi di degrado e viceversa. L’illuminamento che colpisce i manufatti può essere di natura artificiale o naturale. Le frequenze più dannose sono quelle relative all’ultravioletto e quelle nello spettro del visibile verso il blu, provocano danni più o meno intensi, mentre le radiazioni con frequenza verso l’infrarosso sono invece trascurabili. Per questi motivi bisogna considerare la luce naturale più pericolosa rispetto a quella artificiale, perche’ più difficile da schermare e perché rappresenta la principale fonte di UV.
Questi sono i fattori di rischio da tener presente per la tutela dei tappeti annodati a mano, ricordiamo che è strettamente necessario eseguire un ciclo di diversi lavaggi e trattamenti una volta ogni anno, che tengano conto delle situazioni sopra descritte.
Art&Tappeti nel settore della tutela dei manufatti tessili esprime i massimi livelli per la conservazione nel tempo di tappeti recenti e antichi.